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martedì 18 gennaio 2011

Vallone della Lunella (Val del Gravio)





                                     Vallone della Lunella 


Domenica 16 Gennaio 2011


Complice la giornata nebbiosa trovo immediatamente gli stimoli per prepararmi lo zaino e partire per la mia 185.ma escursione in circa 22 mesi. Certo le vallate prossime al mio comune di residenza cominciano andarmi strette e fra non molto dovrò spostarmi altrove alla ricerca di nuovi itinerari. Rimangono comunque qua e là dei piccoli angoli di paradiso che ho spesso sfiorato ma che talvolta ho trascurato nella foga di fare cose più impegnative. Ragion per cui alle 11,00 raggiungo la frazione Grange e poi Crosatto 15 km circa a nord del comune di Condove a quota 1300 metri circa. Da qui parte l’ itinerario n.7 che attraverso il Vallone della Lunella raggiunge l’alpeggio della Portia Vecchia e Nuova per  concludersi virtualmente sulla Punta del Grifone a quota 2404 metri



Alpe Colombere



Alpe Cudrei


Alpe Gagnor

Alpe Ghet

Alpeggio della Portia




Considerata l’ora e la giornata calda mi prefiggo come obbiettivo massimo Alpe Praburet a quota 1776 metri. Dopo aver salutato due guardie forestali nei pressi del posteggio, attraverso la frazione di Crosatto in direzione Nord-Est, lasciando in sequenza sulla mia sinistra un lavatoio, una
fontanella ed un pilone votivo dedicato alla Madonna. Fa decisamente caldo, per cui devo alleggerire necessariamente il mio abbigliamento, nel frattempo proseguo attraverso una comodo sentiero con poca neve ma a tratti ghiacciata. Guardando nel mio  senso di marcia sulla  destra scorre il Torrente Gravio che ha la prerogativa di mantenere la portata d’acqua costante tutto l’anno o quasi salvo alluvioni ovviamente; tanté  che una società privata ne ha approfittato per costruire una piccola centrale idroelettrica a monte di Mocchie. Sempre sulla mia destra in alto il Truc Censurano a quota 1534 metri e Alpe Grisolo poco più in giù sede del distaccamento partigiano “Novara” facente parte della XIII Brigata Garibaldi (1943-1945) Proseguendo in un virtuale semicerchio in senso antiorario spicca ricoperta di neve la Punta Grifone, poi il Colle della Portia, la Punta Adois, la Punta Lunella e la Rocca Patanua. Circa il bosco che attraverso per un’ora trattasi del classico bosco da Piano Subalpino, con una notevole presenza di Pino Silvestre e Ginepro Comune; lungo il torrente l’Ontano Nero, poi Roverelle, Faggi e Betulle, non escludo che l’assenza di fogliame mi possa indurre a qualche errore nell’identificare il tipo di pianta. In circa 90 minuti raggiungo Alpe Ghet a quota 1534 metri, da qui posso vedere tutti o quasi gli alpeggi della conca; partiamo questa volta da ovest verso est. Con più precisione partiamo dalla dorsale che da Prarotto raggiunge la vetta della Rocca Patanua, troviamo dunque ,Alpe Tuluit, Alpe Tulivit poi a scendere verso il Gravio, Alpe Cudrei, poi Alpe Ghet, Alpe Colombere, Praburet, poi scendiamo verso valle ad Alpe Barauda, Alpe Gagnor ed Alpe Tinetti. Molto più in alto quasi a quota 2000 mt l’Alpe della Portia Nuova e l’Alpe della Portia Vecchia semidistrutta da una valanga nel corso dell’inverno del 2009 .Circa Alpe Barauda decisamente più in basso ho saputo da un residente del luogo che  oltre trent’anni anni fa era stata spazzata via completamente da una slavina, cosa, strana vista la distanza dalle pendici della Punta Grifone. Da Alpe Ghet proseguo poi per Alpe Colombere e comincio a notare nascosta dietro una baita una roulotte ,una delle tante che stanno prendendo piede in quanto gli edifici fatiscenti stanno diventando un vero e proprio pericolo per i  marghé e pure per qualche sprovveduto escursionista. Non finisco di pensare a ciò che crolla il tetto di una baita situata a una decina di metri dal sottoscritto, nonché si stacca una piccola valanga dalle pendici della Rocca Patanua con alcuni massi che cadendo nel Torrente Gravio emanano un boato da brividi. Uno spettacolo desolante, attrezzi arrugginiti, tubi, rottami, macerie ,tetti ricoperti di nylon per arginare le infiltrazioni della pioggia delle condizioni igieniche inimmaginabili. Tiriamo le conclusioni: di tutti gli alpeggi che ho citato solo quattro possono definirsi tali ,ossia i due della Portia, Alpe Barauda ,Alpe Tinetti e tutto sommato Praburet nei rimanenti posso solo immaginare il disagio che provano i pastori in un contesto del genere, se poi anche qui arrivassero i lupi la frittata è fatta Ma pare che  i pastori  si preoccupino di più del benefit degli animali che del loro e forse  hanno ragione perché questa piccola conca è un paradiso terrestre, l’ho visitata in tutte le stagioni con abito diverso e non finisce mai di meravigliarmi come pure oggi. Ma tanti alpeggi, tante chiese significano anche tanta popolazione ; pare infatti che nella prima metà del 900 in questo sito chiamato abitualmente Val del Gravio e la vicina Valle del Sessi vivessero tra le 3000-4000 persone, e non può essere diversamente se si pensa che in frazione Mocchie situato a 10 km dal comune di Condove c’è la chiesa di San Saturnino con una capienza di 400 persone. Intanto si son fatte le 13,00 così preso dalla bellezza del paesaggio mi ero dimenticato di pranzare e di farmi qualche foto con l’autoscatto ,situazione a cui rimedio subito. Decido di rientrare nel più breve possibile in frazione Crosatto per spostarmi a Maffiotto alla ricerca del Sentiero balcone che raggiunge Pavaglione in prossimità dell’Orrido di Chianocco e che vorrei percorrere il prossimo Sabato Infatti alle 14,30 sono nuovamente all’auto ma avevo fatto i conti senza l’oste ,perché qui vengo agganciato da tre residenti di cui uno molto loquace,per altro trattasi  di persone piuttosto anziane  che mi documentano amichevolmente di una montagna che non c’è più.Certo rimango sbalordito nell’immaginare che al posto di quei boschi che vedo ci fossero, terrazzamenti con coltivazioni varie e addirittura vigne per non dire pascoli con migliaia di armenti. Ancor più sorprendente è l’incontro casuale che faccio circa un’ora dopo in Maffiotto con tale Giancarlo persona di una cordialità straordinaria che mi invita a casa sua per bere un bicchiere di vino in compagnia,mi fa vedere le foto del luogo risalenti al 1960 (che confermano quanto riferitomi), poi come se non bastasse mi congeda regalandomi  pure una pagnottella  fatta nel suo forno a legna.Si conclude così nel migliore dei modi un'altra splendida giornata.


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